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Rassegna stampa

  Incontro con Francesco Guccini
RM (Gennaio 2009)

Incontro con Francesco Guccini
Articolo di Domenico Corgentile su RM (Dicembre 2008)

 

E’ quasi sera, per l’ennesima volta mi squilla il cellulare, è Fabio D’amico, la “voce e l’anima” degli “ARINGROUP,” da l’ora insolita che mi chiama, intuisco che non sarà una telefonata ...come tante, ci salutiamo come sempre, parliamo un pò del solito, ma sento nella sua  voce  un qualcosa che fa presagire... non immagino cosa, intanto continuiamo a parlare, ad un tratto  Fabio mi dice: Domè; Ci sarebbe l'opportunità di andare a Pavana a trovare il... “maestro,”  partiamo sabato mattina insieme al gruppo dei “CAZZARI” che ne pensi... ho già pensato gli rispondo, per me possiamo partire anche stasera... Fabio ride pensando a quanto mi possa intrigare l'idea di andare a casa di quello che per me e per molte generazioni è stato, ed è, il  mito vivente della canzone impegnata italiana.Allora prosegue Fabio, dico a Brunella di prenotarci l'albergo, fai quello che vuoi gli rispondo, non vedo l'ora che arrivi sabato, l'appuntamento è a Fiano Romano intorno alle dieci, ok ci vediamo giù.Mancano tre giorni, già mi cominciano a frullare in testa un'infinita di pensieri, trovarmi di fronte Francesco Guccini non è cosa che capita tutti  i giorni, quaranta anni di canzoni, libri, articoli gionalistici, saggi di ogni genere, non nascono per caso, Guccini come lui si autodefinisce  in una sua canzone un  “burattinaio” di parole,mai banale nel gestirle, un “cesellatore”direi della lingua italiana. Ci siamo, arrivo a Fiano intorno alle nove e mezzo, dopo poco arriva Fabio D'amico con “Massimetto”, In qualche modo la Mascotte del gruppo, ci salutiamo, andiamo a prendere un caffè in attesa dell'arrivo degli altri che di li a poco ci raggiungeranno, siamo in sette, otto con la bellissima Eleonora una bimba di cinque anni figlia di Mario Polidori e Brunella, Fabio viola, e Letizia Polidori completano il gruppo dei “cazzari”. Gruppo storico  “Aringaro”dei “fans” legati al  maestro da amicizia  ormai più che ventennale.. Partiamo alla volta di Pavana, paese nell'appennino tosco emiliano in provincia di Pistoia, intorno alle undici, è li che Francesco ha deciso di tornare a vivere, dopo molti anni di Bologna, città che lo ha adottato. Dopo circa tre ore di viaggio, facciamo tappa a Taviano, pranziamo in un ristorante niente male, la cameriera ci accoglie con molto garbo, intuisce subito che anche noi facciamo parte della schiera di “pellegrini” devoti al “Guccini” come lei lo chiama, confessandoci  però che lei  è  ancora  innamorata del nostro “Battisti.”Pavana è a pochi chilometri, ripartiamo appena pranzato, una serie interminabile di curve che mi ricordano molto quelle della Salaria lungo le gole del Velino, e.... come per incanto eccoci arrivati. Ecco Pavana. Quante volte immaginata, cantata, col suo fiume Limentra,che ne segna il confine, con il mulino, diventato adesso il “mulino di “Chicon,”modernissimo bed and brekfast,gestito e ristrutturato dai cugini di Francesco Guccini  che ci accolgono con una  eleganza e signorilità da tenerne conto. Brunella ci ricorda che Francesco arriva alle otto, l'appuntamento è a Porretta Terme al ristorante “ il Toscano”, è li che il maestro spesso riceve i suoi amici o colleghi di lavoro, le numerose foto appese alle pareti ne sono una tangibile prova. Il ristoratore riconosce subito quelli che lui chiama i “Romani”, Fabio Viola e Mario Polidori a Pavana e dintorni sono ormai di casa insieme a Brunella e Letizia. Ci fa accomodare offrendoci un aperitivo nell'attesa del “maestro”, di solito è molto puntuale Francesco ci dice orgoglioso il figlio del ristoratore, tra un po vedrete che sarà qui, non vedo l'ora penso tra me, intanto beviamo alla salute un buon prosecco, l'emozione mi sale, guardo spesso la porta, si ferma una macchina, Fabio Viola si affaccia, si gira verso di noi ed esclama; è Francesco con Raffaella la sua compagna, sono le otto precise..., anche nella puntualità Francesco è un grande, Fabio l'accoglie abbracciandolo, così come il resto dei “Cazzari”, saluto dicendo; “maestro come và...” mi risponde secco “molto male grazie.”..credevo meglio è il mio tentativo di risposta..., sorride e ci prega di prendere posto intorno al tavolo, salutiamo la sua dolce compagna che lo segue come un'ombra. ..”Cosa  prepariamo di buono agli amici Romani Antonio! Quello che vuole Maestro, che volete mangiare ragazzi, quanta fame avete, avete fatto un bel viaggio, Francesco si preoccupa subito di farci sentire a nostro agio, l'emozione mi ha tolto l'appetito..., Franceco Guccini seduto al tavolo, io di fronte, Fabio Damico al suo fianco, Fabio Viola accanto a me insieme Massimetto e Mario Polidori, le donne sono vicine a Raffaella... mi sembra incredibile, che mi frega di ciò che avremmo mangiato, potrei rimangiarlo  tutti i giorni, vorrei chiedere invece a Francesco un milione di cose, ma capisco che diventerei un volgare invadente, si comincia a parlare tra di noi, Fabio Viola rompe il ghiaccio offrendo una bottiglia di vino speciale al Maestro che  dimostra di apprezzarla particolarmente, Fabio D'amico gli porge la collezione delle incisioni degli ARINGROUP. Si informa, chiede, è curioso di sapere, gli regalo tre nostre pubblicazioni, una copia di RM. Un sacchettino di fagioli Borbontini “veri,”dicendogli che con molta probabilità sono i migliori fagioli in commercio, è incuriosito dal nome Borbona promettendomi che l'indomani mi avrebbe fatto sapere l'esatta origine del toponimo. Puntuale nel pomeriggio, mentre ci apprestiamo a raggiungere Pianaccio paese natale del compianto Enzo Biagi, per la presentazione del libro “Scusi, è questo il mulino dei Guccini”? dove la sua compagna Raffaella sarà una relatrice, mi dice: avevi ragione Domenico, l'origine del nome Borbona stà ad indicare una zona fangosa, allora gli spiego meglio che Borbona come Pavana è solcata da un fiume, e per questo motivo i terreni circostanti sono fertili alla coltivazione di questi fagioli, conferendo al prodotto proprietà organolettiche del tutto particolari, li cuocerò al “fiasco” e ti farò sapere... “quanti anni ha messo insieme la piccola, brunella!” ridiamo, pensando che Francesco riesce a non essere banale neanche quando chiede l'età di una bimba, o come la  seconda sera a tavola, nella sua abitazione,  rimproverava Raffaella alla prima forchettata, dicendogli che la pasta era rimasta indietro con il sale... che figura che abbiamo fatto con i Romani.... e poi rebus inventati da lui o da suoi amici, storie di vita con personaggi noti che di tanto in tanto gli fanno visita a casa, non ultimo il grande Bocelli, gucciniano convinto ci dice orgoglioso Francesco... gli parlo di“Stecchetti” e lui di rimando: bravo che me lo hai ricordato... debbo recarmi a Bologna, voglio ricomperarmi le “rime” mi piace molto “il canto dell'odio” non la ricordo bene... io e Fabio D'amico incominciamo a declamarla e lui con ampi gesti di consenso ci sprona ad andare avanti, che bella questa poesia... Francesco si deprime molto se pensa continuamente al suo stato di salute, il fatto che ha dovuto smettere di fumare, lo rende molto nervoso, lui che fumava tre pacchetti al giorno da oltre quarant'anni, quelle quattro o cinque che gli sono consentite se le divora... mi confessa Francesco a Pianaccio durante il pranzo, “non ce cosa che mi da più gioia di una sigaretta” tu che non hai mai fumato non puoi capire....ti fanno male gli dico.... “morire in salute mi  farebbe rodere maggiormente Domenico”... dammi il bicchiere...e assaggia questa ”coppa” è deliziosa, dalle parti vostre la fate questa roba... gli ricordo che siamo vicini a Norcia... già; hai ragione.... ma anche qui non scherziamo... assaggia  questo salame!!! bevi che tu hai fisico....per fortuna ci dicono di andare... tra un po' è buio, bisogna presentare il libro, la presentazione è all'aperto, nell'occasione della festa della castagna.  Un ragazzo tuttofare ha già preparato tavolo, microfoni e quant'altro... dicendoci tra l'altro che  qui di questi tempi, il sole tramonta prestissimo, questa montagna a picco ci rovina... di rimando Francesco gli suggerisce di promuoverlo come luogo per il culto del...Ramadam... Coinvolgente e esilarante il racconto che descrive la sua vita al Mulino durante la presentazione del libro, quando nella fattispecie, parla della  mancanza totale di servizi igienici... ma anche  del “bidè” naturale che poteva offrirti il Limentra...  se si era capaci di rimanere in equilibrio tra due sassi... la semplicità di una vita vissuta tra grano da macinare, e divertimenti da... inventare... Questo è in sintesi Francesco Guccini, un montanaro innamorato profondamente delle sue origini, mai rinnegate perciò, ma sempre esaltate, in libri, canzoni, questo suo essere apparentemente semplice, lo rende oltremodo affascinante, un "omone”  di quasi due metri, rapito dai racconti di Massimetto, alle prese con i personaggi più strani, frequentatori di un noto Hotel della capitale. E' tardi, Raffaella con modi raffinati... ci ricorda che domani si lavora, è ora di andare, Francesco avrebbe ancora voglia di tirare tardi... ma non si può, è il momento delle foto, delle dediche, dei saluti, è il momento di andare, Francesco ci saluta come chi partiva con i vecchi “postali”, agitando le braccia, così era un costume paesano, così Francesco ci ricorda di esserlo... così io e Fabio D'amico ridiamo.... pensandolo....


Recensione dell'Ottavaru a cura di Folk Bulletin:
 


Il sito della scuola di musica di Roma "Ladybird Project" ha recensito L'Ottavaru.
CLICCA QUI per leggere la recensione


RM Febbraio 2007 pagina 28

 

Articolo RM Ottobre 2005 a cusa di D. Carciotto

 Dobbiamo qui un ringraziamento particolare a Vincenzo Anzidei che continua ad ospitare sulla Rivista Mensile di BORBONA notizie approfondite sulle nostre attività. Un grazie anche a Davide Carciotto per la cura degli articoli e per la benevolenza nei nostri confronti.

RM_Luglio_2005_Articolo sul concerto con fotografie


 

Massimo Ferro di Radio Voce Spazio (93,800Mhz di Alessandria) ha mandato in onda nelle sue trasmissioni diverse nostre canzoni. Nella puntata del 24 maggio ci ha anche intervistato AUDIO INTERVISTA


News 27/3/2005

La Compagnia Teatrale Vittorio Moneta di Borbona (Rieti) ha messo in scena una commedia in tre atti con le nostre musiche. E' stata rappresentata il 27 Marzo 2005 ore 21,00 presso la scuola elementare in Via Pio Troiani, Borbona. Ecco una RECENSIONE DELLA SERATA


Una lusighiera recensione dei nostri lavori di studio a cura di una prestigiosa testata musicale. da FOLK BULLETIN n. 209 - Febbraio 2005 -

versione testo:

VENTI DI TERRA ArinGroup
AUTOPRODOTTO, 2003
FOLK CONTEMPORANEO/ABRUZZO
PICCOLE STORIE ArinGroup
AUTO PRODOTTO, 2004 FOLK CONTEMPORANEO/ABRUZZO
Nasce da un'esperienza di vita in comune l'Associazione "Aringo Club" che da Aringo, frazione di Montereale (AQ) propone due lavori discografici attraverso (a sua emanazione musicale denominata ArinGroup: il primo, l'esordio, è del 2003 e si intitola "Venti di terra" e propone una sorta di manifesto dell'Associazione e cioè un suono vivace, allegro, con strumenti semplici e immediati: chitarre, armonica, percussioni, mandolino. Strumenti immediati per rendere le sonorità assolutamente in linea con il progetto di valorizzare un angolo di mondo in periferia e sempre più lasciato a se stesso. Attraverso la musica ed una sorta di recupero non tanto di tradizioni ma di un respiro nuovo all'interno delle stesse, deve essere possibile trovare uno spiraglio per osservare, meglio, le trasformazioni di questa società che da contadina è diventata industriale e da industriale sta sempre più diventando terziaria in attesa che si trasformi in qualcosa d'altro di cui ancora non sappiamo bene le direttrici. I nove brani dell'album sono sotto alcuni aspetti ancora semplici, da sgrassare, ma si intravvede una buona capacità di lettura delta realtà locale e la musica che ne emerge è foriera di buone intenzioni. Come per esempio ne "L'albero della cuccagna", che racconta delle vicende di chi dalla campagna va verso la città. Una storia antica e ben nota a tutti coloro che, soprattutto nel nostro centro sud, hanno vissuto tempi dì fame ed emigrazione. Una semplice chitarra acustica a dare il ritmo, una chitarra elettrica a dare sostanza al suono e la chiusura con l'armonica che genera il solito richiamo delle cose semplici. In "Io vulesse trovà pace", con il testo di Eduardo De Filippo, si incontra la dolenza del meridione, con una sonorità rotonda ed avvolgente, che rende bene l'idea di quello che è il sentimento inferiore del malessere del Sud. Nel 2004 arriva "Piccole storie" e ci si accorge che il gruppo è cresciuto musicalmente e l'album è registrato con maggiore perizia, segno che il processo di costruzione delle motivazioni prosegue con buon successo. Tutti i brani sono originali e dall'ascolto si percepisce che sono stati provati e seguiti con la dovuta cura. Per esempio proprio il brano di apertura, "Bella me" palesa una buona resa probabilmente perché ha avuto una buona palestra prima di essere incisa ed anche la bella ballata Le strade che portano a te risente di un buon periodo di studio: pianoforte, chitarra e voce a dettare il segno di una buona emozione. Il passaggio dalla canzone legata ai temi della realtà locale sì sta spostando ad ambiti più larghi si nota proprio nell'ascolto di brani come questo, un buon lavoro, forse ancora interlocutorio ma i passi già percorsi sono un buon viatico per lavori futuri che faranno senz'altro crescere questo gruppo. Rosario Pantaleo


Dallo stesso numero di Folk Bulletin un ricordo toccante di Marco Rosini, nostro caro amico e collaboratore musicale, scomparso improvvisamente nel dicembre scorso.

ROCKIT è un importante sito internet di musica italiana che ha pubblicato una
recensione del nostro album "Piccole Storie"

07-11-2004
ArinGroup
Piccole Storie
di Marcello Munari
Sono originari di Aringo, paese dell'Abruzzo. Sette elementi uniti dalla passione per la musica folk.Una grande famiglia. Una lunga amicizia alle spalle. "Piccole Storie", l'album più recente, si ascolta con piacere (continua...)

Il nostro primo concerto


Video: servizio passato su TeleAbruzzo

In una serata fredda e particolarmente umida, si è svolto ad Aringo il 22 Agosto il primo concerto degli ArinGroup. Nei prossimi giorni saranno disponibili foto e stralci sonori. ArinGroup intende ringraziare tutti coloro che hanno fornito il loro contributo per il buon esito dello spettacolo, in particolare

 

Marco Rosini (al mandolino) per la sua simpatia e bravura

Marco Vannozzi (al basso) per la competenza musicale e per il sostegno morale

il comitato dei festaioli di Aringo 2004  per l'impegno e per averci convinto a suonare

Leandro Vattani che ha dipinto magistralmente il fondale del palco (vedi sopra)

Ferdinando "dal whisky facile" per l'occasione nostro fedele tecnico di palco

Il Cazzarissimo Mario Polidori per le magliette e per il ruolo di rappresentanza svolto :-)

Danilo che ci ha sempre incoraggiato anche nei momenti difficili

Maurizio per le riprese video che sta preparando

Rosy, Arianna, Davide, Walter, Massimino e tutte le amiche e gli amici di Aringo che
ci hanno aiutato nella diffusione del cd prima, durante e dopo il concerto

la pro-loco di Montereale per lo spazio nel suo stand nella fiera

la pro-loco di Amatrice per lo spazio nello stand della Sagra dell'Amatriciana

il service del suono "Malandra - strumenti musicali" di Aielli (AQ)

tutti gli altri che abbiamo qui dimenticato

Con particolare affetto poi ringraziamo Dino Partenza
che prima del bis ha letto una sua poesia scritta per l'occasione:

Mo che li tempi se so' fatti avari
e' bello sentì canta' questi aringari.
Guardeteli quassù quantu so' belli
anche se quarcunu l'ha persi li capelli.

Se so' 'ncollati tutti li strumenti,
se so' messi a canta' a li quattru venti.
Che coraggio c'hau avutu mamma mia,
la Madonna sempre glie faccia compagnia.
Ce mettenu passione e sentimento
li reconoscio già, ve li presento:

Quello me sembra Marco Scarpellini,
è la mascotte, però c'ha 'n grande tocco.
E' bellu 'n mezzo a tanti veterani,
è lu nipote lui de Berardocco.

Ecco Roberto, sembra 'n regazzino.
Co' la sua voce e co' la sua chitarra
lu potesse vede' nonno Maestrino,
sarà contentu pure sotto terra.

Ci sta pure Bruno Cattivelli,
quissu è della razza de' Partenza.
Dellu gruppu è uno dei cervelli
ce mette sempre tanta competenza.

Che bellezza, li figli de Panzone,
co' Scardazza maestri d'organetto.
Vedelli qua me da grossa emozione,
li saluto e li abbraccio con affetto.

Ci sta pure lu nostru presidente.
De tanti pezzi è stato lui l'autore.
Quant'è contentu su, nonnu Niante,
Fabio c'hai sempre fatto un grande onore.

Con piacere la vedo anche una donna,
non è aringara, però è Provvidenza.
'N'atra vote la invoco la Madonna
a tutti loro dai riconoscenza.


 

RM_Ottobre_2004.jpg


 

 


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