Articolo su Inter.Net n.12 (Aprile 1996)

Poeti sotto l'ombrello

di Lea Ferretti

Oltre alle iniziative individuali, in ambito letterario si sono creati diversi spazi collettivi aperti e a disposizione di tutti, anche e soprattutto degli sconosciuti. Più "visibili" delle iniziative individuali, pur lasciando in genere la massima autonomia, pongono i partecipanti sotto un unico ombrello. Battistrada è stata ancora una volta un'iniziativa di derivazione Agorà - del resto sono stati i primi in Italia a scoprire la Rete - con l'ormai quasi storico Caffè Poetel.

Quest'area nasce nel marzo 1994 da un'idea di Bruno Cattivelli, che già da tre anni è utente di Agorà Telematica. "è mia convinzione - ci spiega - che, come me, moltissime persone abbiano scritto poesie. Queste opere, frutto di sincere passioni, restano nella stragrande maggioranza dei casi chiuse nei cassetti per decenni. La causa prima di ciò credo risieda nel pudore dei propri sentimenti e nella paura del giudizio, magari ironico, delle persone che ci circondano."

Secondo Cattivelli la poesia non è una materia per specialisti, dato che la sua materia prima, il linguaggio, è uno strumento alla portata di tutti, e chiunque, in particolari condizioni emotive, può scrivere dei bellissimi versi: "Un'altra mia idea, sicuramente discutibile - aggiunge - è che la poesia si presti malamente ad essere recitata ad alta voce. La forma normale dell'incontro poetico, o reading, prevede spesso la lettura dei versi da parte degli stessi poeti, o spesso (meglio) da parte di qualche ottimo attore. In entrambi i casi il risultato è poco gradevole. Sono invece convinto che la poesia sia soprattutto un linguaggio "scritto". Come tale esso viene recitato intimamente dal lettore, che ha tempo e modo di soffermarsi sul testo. La poesia è davanti a noi, scritta, non scorre come le parole recitate".

Da qui l'idea che il chat telematico possa offrire per la prima volta nella storia dell'uomo uno strumento ideale per fruire della poesia, e non solo della poesia dei poeti "esibizionisti", ma della poesia di chiunque, anche dei più timidi: "Vi sono diversi aspetti - spiega - da tenere in considerazione per capire la forza di questo strumento ai fini degli incontri poetici. Il chat è quanto di più informale possa esistere, non viola in alcun modo la tua privacy, non mostra il tuo aspetto. Puoi partecipare al Poetel in mutande, puoi bere e fumare senza alcun fastidio per te e per gli altri. Conta solo ciò che scrivi. Contano solo i tuoi versi. Ognuno è solo e con gli altri allo stesso tempo." Un passo avanti, ma ovviamente non la soluzione di "tutti" i problemi di privacy e timidezza. Ed è stato questo il primo scoglio da affrontare nell'organizzazione del primo incontro Poetel: "Il potere di blacklist dato al moderatore dal chat di Agorà ha permesso di provare il primo incontro in 'stanza pubblicà. Purtroppo, come ci si poteva aspettare, non hanno tardato a manifestarsi i disturbatori e gli spiritosi, che sono stati prontamente esclusi dalla stanza. è stato inoltre necessario bloccare sul nascere tutti gli azzardi e i commenti anche velatamente ironici. è stato evidente sin da subito che la sensibilità dei partecipanti va difesa ad ogni costo. Poi, quando il clima è tranquillo, è possibile anche scherzare."

Per gli incontri successivi vengono comunque scelte stanze "private", su invito. Un'altra caratteristiche "forte" del chat poetico risiede nella presenza del poeta, come anche nei readings. Ma qui la "scrittura della poesia", verso per verso, viene rivissuta da tutti in diretta: "Per me, e per molti altri credo, è un'esperienza affascinante - a due anni dall'inizio dell'esperienza, l'entusiasmo di Cattivelli non si è appannato per nulla -. Nel riscrivere i propri versi la poesia riprende vita, e questo viene avvertito da tutti. Inoltre i tempi di digitazione offrono spazio alla giusta meditazione su quanto si legge. Alla fine del "writing" si possono fare commenti, chiedere delucidazioni, avanzare ipotesi che il poeta stesso può direttamente confermare o chiarire. Un vero e proprio laboratorio poetico". Altra innovazione tipica del mezzo interattivo è la possibilità di scrivere poesie "a più mani", generalmente un verso o una parola ciascuno. Caffè Poetel ha compiuto tre o quattro esperimenti su questo terreno e ne sono scaturiti componimenti di grande impatto. In conferenza qualcuno si è divertito a ricomporne i versi secondo il proprio gusto, "cosa che aiuta molto a capire le differenze di stile di percezione dei versi". Dopo il successo dei primi tre incontri del chat Poetel, Cattivelli avvia, con Filippo Baiani, la Conferenza Poesia Caffè Poetel, che ha il compito di estendere i chat in una dimensione temporale meno ossessiva. La conferenza è il luogo deputato a dibattere e presentare poesie di autori più o meno conosciuti selezionate dai promotori. Anche in conferenza si è deciso per la scelta della privacy: "La conferenza era aperta in lettura e scrittura solo a chi versava 10.000 lire una tantum ad Agorà, tanto poco è bastato a tenere fuori molti rompiscatole".

Questa scelta inizialmente viene criticata, ma secondo Cattivelli si è invece rivelata vincente: "Non ha affatto impedito che molte persone interessate vi partecipassero. Credo anzi che sia stato colto come segno di serietà".

La conferenza ha visto ormai più di mille interventi e da poco è stata aperta, sperimentalmente, a tutti. Pare che finora non ci siano stati episodi incresciosi. Nel Caffè Poetel si sono svolti fino ad oggi tredici incontri, a cui hanno partecipato attivamente in tutto una quarantina di persone. Tutte le poesie sono riportate in un sito web, con l'assenso degli autori. Attorno agli incontri e alla conferenza si è poi sviluppato nel tempo un gruppo di affinità e uno spazio di socializzazione (i componenti in genere sono piuttosto giovani). A questo gruppo informale e spontaneo Cattivelli ha progressivamente ceduto le redini della conferenza e degli incontri poetici in chat. Ora la regola è che chiunque può indire un incontro nel Caffè Poetel, nel rispetto dello spirito e degli intenti iniziali e purché si assuma l'onere di convocarlo e moderarlo.

Una scelta indubbiamente coraggiosa. Problemi? "Gli unici problemi sono sorti sulla moderazione degli ultimi Caffè Poetel, che secondo alcuni (io ritengo a torto) non avrebbero garantito l'assoluta privacy degli incontri. Questa è comunque la riprova di quanto in questa sede sia importante questo aspetto. La conferenza poesia è e deve rimanere uno dei pochi luoghi telematici dove ci si può confrontare, anche su temi intimi, senza tema di essere derisi, fraintesi, e senza aprire polemiche aspre e fastidiose." Sembra proprio un bell'esercizio di equilibrismo, dare la parola a tutti impedendo nel contempo gli abusi e salvaguardando rispetto, privacy, sensibilità. Siamo davanti a un mezzo che ci consente questa quadratura del cerchio? "La rete è un ottimo strumento di comunicazione. La libertà di comunicare è senza dubbio un fattore importante di democrazia, anche se tutti dobbiamo imparare ad usare questa libertà in modo proficuo per noi e per gli altri... Sicuramente è presto per dare un giudizio su questo argomento. Di certo vi sono le premesse per una 'rivoluzione comunicativà, ma quanto questa sarà capace di incidere realmente sulla 'polis' non è dato ancora saperlo. Inoltre lo strumento stesso è ancora elitario... e credo che le resistenze culturali e politiche verso il mondo della comunicazione in rete siano fortissime da parte dei poteri costituiti. In generale ritengo che la rete (attualmente) svolga una funzione 'socializzantè, e quindi la ritengo, in questo senso, senz'altro 'democraticà".