From: Gomma 

Subject: Attacco a "Decoder" e alle liberta'



Ecco a seguire il testo di un delirante articolo contro "Decoder" e la

telematica alternativa italiana. Esso e' la dimostrazione che tutte le leggi

repressive adottate o che si vogliono adottare per "regolamentare" la rete

diventeranno strumenti contro la piu' generale liberta' di espressione.

Per chi non lo sapesse l'articolo riguarda un fumetto del famoso artista

inglese Graham Harwood (da Decoder 8) sul tema della violenza sui bambini,

un fumetto duro, crudo, ma il cui unico scopo era far ragionare sulle

origini della violenza appunto contro gli esseri piu' deboli. Ma quando il

potere diventa cieco colpisce attraverso ogni forma, diventa abuso, diventa

censura e colpisce tutto e tutti.



Se non fosse cosi' fosco per le prospettive futuro che alimenta, ci sarebbe

da riderci sopra, ma ATTENZIONE perche' a noi l'articolo, che il giornalista

che attacca noi e il diritto all'anonimato non ha avuto il coraggio di

firmare, sembra far prevedere una nuova recrudescenza repressiva sulle reti

italiane e contro i suoi attivisti.



Come "Decoder" consulteremo da oggi i nostri legali per vedere di fare

qualcosa - non ci va di essere strumentalizzati e usati nelle "veline" dei

giornali di destra - e INVITIAMO tutti i compagni/e, fratelli/sorelle delle

comunita' telematiche a esprimere solidarieta', attivarsi per discussioni su

questi argomenti, costruire un fronte comune contro la repressione.



FATE GIRARE IL PIU' POSSIBILE

CYBER RIGHTS NOW!



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Date: Fri, 30 May 1997 02:36:48 +0200

To: molti

From: Gomma 

Subject: L'infame articolo contro "Decoder"



"Il Mattino" 28 maggio 1997

La cyber-razza e i suoi profeti. Vedi alla voce "violenza"

C'e' anche un giornale "Decoder" in carta patinata: predica la distruzione

di tutte le regole



ROMA. Un mazzo di fotocopie sul tavolo del procuratore aggiunto Italo

Ormanni. Immagini rivoltanti di violenza a bambini corredate da un

linguaggio che, da solo, e' un abuso. Non e' una rivista porno, di quelle

che certi personaggi si procurano sotto banco. E' un giornale patinato,

underground si dice, che ha la pretesa di cambiare il mondo. Un organo di

lotta ideologica, verrebbe da dire di partito, se cosi' si puo' chiamare un

gruppo che naviga in rete predicando la distruzione di ogni regola. E cosa

c'e' di piu' scioccante, di piu' distruttivo che santificare la violenza sui

bambini?



Ormanni, codice alla mano, ha potuto fare una cosa sola. Chiedere al

dirigente del nucleo operativo della polizia per le telecomunicazioni Maria

Cristina Ascenzi se ci fossero gli estremi per accusare qualcuno di

sfruttamento di minore. Ma quelle immagini malate, e' risultato, sono il

frutto di elaborazioni al computer. Cade il reato, almeno per le attuali

leggi, ma resta in piedi un'agghiacciante scoperta.  La pedofilia non e'

solo roba per depravati asociali: viene usata, si passi il concetto, come

strumento di lotta, testa d'ariete contro le basi della societa'. Scorrere

le pagine di "Decoder" e' fare quattro passi nel delirio: riassunto della

"filosofia" dei cyberpunk, ogni regola deve crollare, anzi deve essere fatta

crollare. E che ognuno faccia quel che vuole nel piu' totale anonimato.

Essere forti o deboli, essere l'animale che mangia o quello che viene

mangiato, non conta. Ma questo non viene detto perche' ognuno di questi

cyberfilosofi si sente, e' sottinteso, animale che mangia. Uno dei pezzi

forti della visione del mondo propagandata anche con la pedofilia e' la

nascita, in futuro, di una cyber-razza, migliorata dal computer. E tutto,

che si vorrebbe cosi' originale e frutto di tempi nuovi, puzza

inequivocabilmente di vecchia carcassa.



Niente firma, sotto i proclami. Gli autori non si lasciano guardare in

faccia. Nomi di battaglia e basta. E' la regola in rete. Nei circoli di

sinistra che cercano in rete alternative al vecchio centro sociale (detti

dagli investigatori "antagonisti"), come in questi gruppi difficilmente

classificabili che vengono, invece, definiti di destra. Fra tante presenze

vive, curiose, anche provocatorie, dunque, si puo' trovare anche propaganda

anti-tutto, profanatrice per scelta. La legge che sta per essere approvata

dalle Camere prevede pene durissime per chi produce tout court materiale

pornografico che raffigura minori. Anche la pedofilia virtuale, dunque,

potrebbe essere punita, in quanto disvalore ed "apologia" di reato. Fino ad

oggi gli investigatori, che pure possono individuare e perseguire chi incita

all'odio razziale non possono fare altro che stare alla finestra ed aspettare.